Poterti parlare ancora
Vita e morte: un legame indissolubile. La testimonianza di Ginella Tabacco, un'ex insegnante che dopo un lutto familiare ha scoperto di poter comunicare con chi ha oltrepassato la siepe che divide la vita materiale dal mistero, o forse dalla vita a-fisica
La domanda affascinante, inquietante e priva di riscontri certi, malgrado venga reiterata spesso non ha perso e non perderà mai smalto e inevitabilmente resterà sempre fedele a se stessa. Si parte da quel “chi siamo e da dove andiamo” per finire al “cosa troviamo”. Ecco dunque la richiesta più urgente col sottinteso di una risposta implicita. Già perché l’idea, o anche la sola speranza, di trovare qualcosa o qualcuno (meglio se entrambi) dopo il trapasso implica una prosecuzione, nessuna fine, a parte quella materiale. Chi scrive è un possibilista ma molto attento a non lasciarsi impressionare né a farsi prendere da facili entusiasmi ma ben disposto ad ascoltare ed analizzare cercando di capire senza il paraocchi davanti.
Il libro s’intitola “Poterti parlare ancora”, autrice Ginella Tabacco, una ex insegnante che nel 1993 ha subíto un lutto familiare, a seguito del quale ha scoperto di poter comunicare con chi ha oltrepassato la siepe che divide la vita materiale dal mistero, o forse dalla vita a-fisica.
Naturalmente non tutti sono disposti a credere a certe possibilità e a certe facoltà. È, per alcuni indiscutibili versi, una posizione giusta e condivisibile, tuttavia va ricordato che la Chiesa stessa ammette i miracoli dopo aver vagliato attentamente guarigioni impossibili ed è altrettanto doveroso tenere presente quanto ancora la scienza non è stata in grado di spiegarci e i numerosi misteri che avvolgono la vita umana; dunque perché non prendere in considerazione facoltà extrasensoriali di cui la cronaca è stata testimone?
Ginella Tabacco, si professa cristiana praticante ed ha aperto il suo cuore ad alcuni sacerdoti che, come ha ricordato, hanno potuto constatare la serietà con la quale opera.
La definisce una di missione di pace la sua. Un incarico per consolare e sostenere quanti sulla terra soffrono per chi se ne è andato. Fronteggiare il dolore per la perdita di un proprio caro è la cosa più difficile, talvolta addirittura insostenibile per chi ha perso un figlio.
Nel corso dei suoi numerosi interventi Ginella sostiene di aver fornito le prove di identificazione di cui aveva necessità chi si rivolgeva a lei e che molta gente ha ritrovato la fede dopo aver assistito alle sue esperienze.
Ginella rammenta pure che le lacrime di dolore per una dipartita procurano sofferenza a chi ha ormai intrapreso il percorso per avvicinarsi a Dio dopo essere passato in un’altra dimensione.
Per questo è giusto non incatenarli ai nostri rimpianti e alle nostre afflizioni ma è invece indispensabile lasciarli liberi poiché il loro desiderio è la nostra serenità, l’amore reciproco e la preghiera.
Nei suoi libri Ginella narra di tante esperienze vissute e di tante emozioni provate e fatte provare, stimoli in grado di spalancare le porte alla speranza, raccontando che i vivi di ieri ci ascoltano, ancora, ci vedono e ci sono vicini e che talvolta lasciano tangibili segni a testimonianza della loro presenza e che nel momento in cui si abbandona il corpo di là c’è qualcuno pronto ad accoglierci e a farci da guida. Un paradigma della vita quotidiana nel momento della nascita, quando a riceverci troviamo tutti coloro che aiutano ad uscire e ad ambientarci nel nuovo mondo e più avanti altri, amici, insegnanti, parenti e compagni di vita che in seguito faranno il nostro stesso percorso.
Forse perché quanto sperimentiamo qui, attraverso gli errori e il dolore, non è altro che la parte più piccola e incompleta di un mondo più vasto ed è pertanto necessario attraversare tutte le fasi della imperfezione prima di accedere in quell’universo dove ogni cosa: sentimenti, azioni, emozioni e speranze trovano esatto collocamento colmando ogni lacuna e rispondendo a tutti i sogni, le domande e le speranze di cui avevamo bisogno per sentirci veramente completi.