"Fantasmi"
Nel suo libro Henri Bergson prova a scardinare vecchie certezze facendo cenno, in particolare, ad alcune apparizioni a grande distanza di fantasmi ad amici e familiari nel momento in cui il degente esalava l’ultimo respiro
Il libro che questa volta ci proponiamo di esaminare, “Fantasmi”, è in realtà il contenuto di un discorso di Henri Bergson (Parigi 18 ottobre 1859 - Parigi 4 gennaio 1941) un filosofo francese, premio Nobel per la letteratura nel 1927 la cui opera ebbe un forte impatto in ambito psicologico, biologico e artistico.
Il discorso fu tenuto a Londra nel 1913 nella Società per la Ricerca Psichica (SPR), una iniziativa alla quale presero parte personalità del calibro di Jung, Freud, Marie Curie e Luis Stevenson. Va aggiunto che la SPR sorse nel 1882 grazie al grande interesse per le scienze occulte, allo scopo di analizzare con rigore i numerosi fenomeni paranormali, quali chiaroveggenza, trasferimento del pensiero e apparizione di defunti.
Dunque il volume, che riporta le testuali parole che Bergson pronunciò in quella occasione, prendendo in considerazione proprio molte manifestazioni paranormali, in particolare le apparizioni a grande distanza di fantasmi ad amici e familiari nel momento in cui il degente esalava l’ultimo respiro.
Un convegno che si tenne non soltanto per cercare di scrutare dietro il sipario che nasconde il mistero della vita e delle sue manifestazioni più arcaiche agli occhi dell’uomo, ma anche l’opportunità per esaminare nella forma più rigorosa e razionale possibile, come fa ogni buon indagatore, scandagliando e sezionando il funzionamento della mente, studiando al tempo stesso l’enigma più grande: il fine ultimo della creazione.
Le parole pronunciate da Henri Bergson, durante quell’incontro e riportate nel libro, appaiono chiare e sorprendentemente attuali, segno evidente di quanto l’interesse per l’inspiegabile, sovente disprezzato ancor oggi da gran parte del sapere ufficiale, non si è mai sopito ma al contrario si è rinnovato e mantenuto forte e saldo nel cuore e nello spirito di quanti, pur soddisfatti dagli avanzamenti tecnologici e scientifici, intendono guardare oltre, probabilmente perché siamo altro ed abbiamo altro a nostra completa disposizione se solo non ci fossilizzassimo su paradigmi di pseudo certezze che talvolta il tempo ha ampiamente sconfitto.