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Numero 3 Giuseppe Mazzotta

I fiori del bene

Nel libro di Rosanna Toraldo, “Fiori salentini”, il meraviglioso e silente mondo dei fiori e delle piante

Non ci si avvicina ad un mondo delicato, complesso, contraddittorio, variegato e assolutamente non semplice, senza esserne intimamente attratti. E non si può essere interiormente attirati da un ambiente, se mancano l’attitudine e la predisposizione per accostarvisi.
Il mondo di cui stiamo parlando è quello dei fiori, delle piante. In altre parole il territorio silente della natura. Che comunica con il linguaggio multiforme dei colori, dei profumi e del ciclo continuo delle stagioni. Nascita, morte e rinascita, anche come metafora di vita. Ed è forse proprio partendo da questa espressione figurata, che Rosanna Toraldo, di Lecce, presidentessa dell’Accademia le Cinque Sinergie; docente in aromaterapia e floriterapia, naturopata, nonché Master Reiki Usui, ha tracciato sulla sua pelle e sulla sua coscienza ancor prima che sul libro, del quale parleremo più avanti, una mappa particolareggiata di un universo per molti, moltissimi versi, ancora sconosciuto, o talvolta reso noto unicamente attraverso fuorvianti cliché.
E come ci si accosta ad un pianeta tanto articolato e difficile da apparire di facile accesso? Col talento e la competenza ma, sopra ogni cosa, con la parte spesso dimenticata e qualche volta rinnegata: l’anima.
Molti di noi, chi scrive in testa, hanno soltanto sfiorato il mondo delle piante perché distratti da troppi preconcetti. C’è dell’altro. Ed è puntando verso quel di più che Rosanna Toraldo ha scritto “Fiori Salentini” -essenze floreali- edizioni Città Futura. È stata lei stessa a chiarire lo scopo di un volume rivolto a quanti sono intenzionati ad approfondire un tema composto da molteplici facce: comprendere per autocurarsi.
Qualche riga sopra avevo accennato all’anima. L’anima, uscendo dai luoghi comuni e dall’aspetto religioso, per entrare in ambito puramente immateriale è un settore, mi si permetta il termine, misconosciuto, sovente sottovalutato se non addirittura ripudiato pur di lasciare spazio a quanto si tocca con mano, certi di possedere solo in tal modo risposte soddisfacenti. Ma senza anima non c’è amore e se non c’è amore non c’è passione e se non c’è passione non c’è vita, ma la parvenza di essa. Provate ad addentrarvi tra le pagine di “Fiori Salentini”, dimenticando gli stereotipi ai quali nostro malgrado siamo sottoposti; scoprirete la poesia come premessa all’indagine.
Provate a scrutare il testo come se foste tabula rasa, scoprirete il soffio dell’altro lato della vita planare leggero sugli occhi di chi legge come rare volte cala sullo sguardo del lettore. E poi se volete comprendere il linguaggio, le proprietà, l’uso (tisane ed essenze) e i benefici delle piante (quali usare e quali evitare; le modalità e i tempi d’impiego), provate a fare come fa l’autrice di questo libro ricco di sfumature quando intende studiare, capire e dialogare con queste tenere creature che hanno per madre la terra e per padre il cielo. Fatelo accostandovi ai fiori, meditando lontani dal chiasso della città, in solitudine tra le campagne irrorate dalla rugiada. Avvicinatevi a questo mondo col sacro rispetto dovuto a quella divinità chiamata natura. E infine inoltratevi all’alba e al tramonto, tra i campi, all’interno di quello spazio invisibile che c’è tra voi e la vostra coscienza ancestrale. Ammirate e respirate la vastità della campagna e dei sui taciti abitanti ed immancabilmente, presto o tardi, un messaggio arriverà.
Non a caso “Fiori Salentini” -essenze floreali- contiene diverse testimonianze di inaspettati risvegli. Di inattesi, positivi mutamenti. Di aperture a nuovi orizzonti. Di miglioramenti fisici e progressi interiori.

Cambiare vuol dire mettere in pratica. E in questo caso, mettere in pratica significa entrare in contatto con un libro anomalo, profondo, diverso, sapendo che una volta chiuso, dall’altra parte ci attenderà il lato ultra sottile di cui siamo composti e dotati, per scoprire, accedere e toccare davvero quel di più di cui siamo tutti costantemente assetati.

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