La libertà dietro il sipario
Nell’ultimo libro di Giuseppe Mazzotta, “Nero su Bianco” (Edizioni Città Futura), la ricerca spasmodica dell’equilibrio tra corpo e mente, istinto e ragione
Leggere un libro di Giuseppe Mazzotta equivale a fare un tuffo nell'anima, laddove si dipanano un coacervo di emozioni che danno vita ad una storia. Una storia vera perché scritta da una persona vera. È come se per magia il vissuto di ognuno di noi venisse traslato con estrema naturalezza, seguendo consolidati meccanismi, nei suoi racconti.
Con le parole l'autore dà il meglio di sé perché riesce ad esprimersi realmente, liberandosi d'incanto da lacci e lacciuoli, da vecchi ricordi ancestrali e da nuovi e sempre vividi sberleffi quotidiani. Diventa improvvisamente libero di essere e di agire. Libero di dare e di ricevere. Libero di amare e di farsi amare. Una catarsi che si annida in ogni pagina dei suoi libri.
Lo fa anche questa volta, con sagacia e ammirevole ricerca di sé e degli altri.
Lorenzo, il protagonista dell'ultimo racconto di Mazzotta “Nero su Bianco” - Edizioni Città Futura, è un uomo che in gioventù ha vissuto un’esperienza incredibile nella foresta amazzonica peruviana attraverso un rito iniziatico che lo porterà a porsi mille interrogativi, sulla vita e sulla morte, sul fato e sul caso, sulle donne e su una in particolare, Grace, a cui è legato indissolubilmente, alla stregua di un invisibile filo rosso capace di unire emozioni e sensazioni, sussulti dell’anima e tumulti del cuore.
Un lungo viaggio grazie al quale rimescola sensi di colpa e giudizi trancianti, aprendo la mente al mondo, dissimulando la realtà, immergendosi in un’altra dimensione. E inseguendo - in questa sua ricerca - chissà quante sue vite, come un criceto che continua all’infinito a girare su se stesso.
Lorenzo cerca di scoprire cosa si cela dietro il sipario della vita. Per trovare la via maestra tra la “verità artefatta della quotidianità e quella concreta dello spirito”. Una dicotomia infinita che tocca il corpo e l’anima di ognuno di noi.
Come quella ipersensibile di Grace, autentica e pura, profondamente vicina a quella di Lorenzo. Affinità elettive e non solo. “Se avessero sciolto i legami della camicia costrittiva che soffocava la parte più intensa della loro sensibilità, avrebbero sicuramente compreso quanto fossero già intimamente legati”.
Il caso, le coincidenze, non esistono. Nei suoi scritti Mazzotta non perde occasione per riaffermare questa sua tesi. E anche i deja vu prendono forma e sostanza per confermare tale assunto. Ci sono segnali che non tutti colgono. Anche l’anima ha i suoi tempi, le sue inclinazioni, la sua formazione di base, per così dire. Ma - al di là di una innata inclinazione verso lo spirito - i dubbi, per forza di cose, restano: quanto incidono in ognuno di noi i condizionamenti sociali? Quanto sono forti le spinte convenzionali che ostacolano la libertà umana?
Incertezze che si annidano nella mente di Grace e Lorenzo: “Grace scrutava la figura immobile di quell’uomo con i capelli scomposti rimpicciolirsi sempre di più e, mentre la osservava, si domandò se fosse tutto destinato a trasformarsi in ciò che stavano diventando loro in quel momento: due puntini e poi nulla, forse soltanto la traccia di un ricordo e poi nient’altro, perché dopo poteva scendere l’oblio”.
Istinto e ragione, sogno e realtà, corpo e anima, vita e vite.
Nessuna certezza, tanti interrogativi. Per riappropriarsi di sé. Un buon motivo per leggere questo libro. Perché “tutto deve tornare nello spirito. Soltanto in esso e attraverso di esso, il Sé autentico, purificato non è più inquinato dalla materia, trova compimento”.