L'anelito alla felicità di Giacomo Leopardi
Alla scoperta di un Leopardi diverso, capace di superare il pessimismo attraverso il linguaggio
Francesco Saverio De Sanctis, scrittore, filosofo e critico letterario italiano, analizzando le opere del Leopardi fu il primo a intuire elementi che facevano pensare ad una filosofia della consolazione e della rassegnazione e ad una morale eroica e civile che predica la lotta contro il male, contro il fato e contro la natura. In seguito altri critici hanno continuato su questa tesi, alcuni addirittura hanno formulato idee di ottimismo del Leopardi. In realtà egli raggiunge la poesia proprio quando supera il pessimismo attraverso il linguaggio. La sua teoria estetica è la guida migliore per capire l'essenza dei versi, dove si ascolta la purezza primitiva, la voce della natura e del cuore.
La grandezza del Leopardi è la forza di trovare la gioia nel canto, superando il pessimismo e il dolore nell'estasi davanti alla meraviglia dei paesaggi della natura del cielo del mare e nelle fattezze umane irraggiungibili della sua desiderata Silvia. Mentre riflette sulla infelicità dell'uomo, sa trovare in una armonica immaginazione la bellezza in un tramonto, nel sorgere di un’alba e accontentarsi di quanto quell’istante le sta offrendo.
Leopardi afferma la vanità delle illusioni, però sorride loro perché sono la compagnia della sua solitudine. Ama la sua vita anche se non è riamato.
Predilige la gente semplice, i fanciulli, la gioventù, coloro che si accontentano di poco, il mondo sano ed onesto dal quale si sente attratto e al quale avrebbe voluto appartenere. I motivi essenziali della sua poesia sono: la vita e la morte? la gioia e il dolore.
Ma non sono forse questi la vita stessa, che con il loro alternarsi le danno colori e aspetti diversi? Nelle sue liriche non vi è mai un abbandono al dolore; mai una spinta alla debolezza.
Rimane sempre forte l'ambito alla gioia con la determinazione di tenersi aggrappato ai sogni. L'anelito alla felicità che ricorre in tutte le sue rime è la forza che fa continuare a vivere, per in seguirla e conseguirla.
La stessa natura che gli appare matrigna e razziatrice di sogni e di illusioni, gli suggerisce poi i paesaggi sereni, nei quali il cuore del poeta ritrova pace e riesce a superare il dolore.
Vorrebbe odiare la natura ma in realtà nel contemplarla si perde in un misterioso mondo di pace d'amore. Leopardi ci insegna a lottare per poterci sempre commuovere davanti al bello ed al bene, per poter tenere lontano il cinismo ed il pessimismo.
La poesia per il Leopardi è ragione di vita, è il superamento del dolore, non solo è l'ideale a cui affida le sue illusioni ed i suoi affanni, le sue tristezze e le sue gioie, ma l'unico sogno realizzato!
Egli sente di vivere, anche se malinconico è felice, è gioioso di vivere e catturare quel momento. La poesia fu la compagna della sua solitudine, il conforto che lo liberò dalla disperazione concedendogli la gioia più grande, il saper raccontare realmente sentimenti che spaziano e mutano l'animo umano.
Leopardi non odia la vita. Trova il modo più bello e passionale per amarla e come un maestro ci insegna e ci guida oltre ogni onda a trovare la riva.
Oggi l'ho ritrovato davanti a questo mare in cui… è dolce il naufragar!