La forza delle donne in un caffè salentino
Alla scoperta di “Un caffè in ghiaccio con latte di mandorla”, opera prima letteraria di Valentina Perrone.
“Un caffè in ghiaccio con latte di mandorla”, un titolo che incuriosisce e poco fa pensare alla figura femminile, principale argomento del libro edito da Edizioni Esperidi e che segna ufficialmente l’esordio di Valentina Perrone nel campo della scrittura. E invece quel caffè tipico salentino, servito con quel tocco di latte di mandorla, è la perfetta metafora della grande forza che le donne riescono a tirare fuori in ogni situazione problematica, quel sapore dolce che alleggerisce l’amaro della vita così come la dolcezza di una bevanda fresca come il latte di mandorla allevia l’amaro forte del caffè. Un significato profondo, questo, che si ritrova in ogni pagina di questo volume il quale si presenta come una piacevole raccolta di ben undici racconti con al centro l’universo femminile.
Può apparire un tema ormai trito e ritrito quello della figura femminile, affrontato numerosissime volte e spesso in riferimento a svariate piaghe sociali come lo stalking e il femminicidio, per non parlare poi degli scrittori che hanno già narrato storie nella quali si pone l’attenzione sull’essere femminile, tra gli ultimi “Donne” di Andrea Camilleri e “L’amore rubato” di Dacia Maraini, i quali dedicano la loro scrittura a quell’universo del quale non si riesce proprio a non parlare. E proprio “L’amore rubato” assomiglia un po’ al libro della Perrone, almeno come struttura, poiché anch’esso è composto di racconti con protagoniste donne, in questo caso purtroppo vittime di violenze e soprusi, e dal finale non proprio roseo. Ma “Un caffè in ghiaccio con latte di mandorla” ha la sua originalità.
Valentina Perrone propone storie in cui la donna deve affrontare prove non poco ardue, ma è proprio in queste situazioni difficili che essa dimostra di saper ogni volta trovare quel carisma che la porta a vincere e a ricominciare, perché lei sa come trovare una via d’uscita, sempre e comunque. Vittima sì, ma anche eroina allo stesso tempo. Come la moglie devota del racconto intitolato “Frammenti d’oro” che davanti ad un marito con il vizio del gioco, si rimbocca le maniche e risolleva le sorti della propria famiglia, in particolare quella del consorte, fino ad arrivare, con grande gioia e soddisfazione, a celebrare il cinquantesimo anniversario di matrimonio; un racconto in cui ci si aspetterebbe un triste epilogo con una famiglia sfasciata per colpa di un ludopatico irrecuperabile, invece ci si ritrova a leggere le forti emozioni e la grande commozione di chi, con immensa caparbietà, è riuscita a costruire la propria felicità. Un percorso difficile in cui fondamentale è stato il perdono, così come lo è per chi, nel libro, sceglie di perdonare un fidanzato traditore. Tra le diverse figure femminili troviamo poi chi sa amare in silenzio, chi sa aspettare l’amore di una vita, chi invece lo perde tragicamente e tuttavia riesce a sopravvivere. Chi sceglie di partire per vivere una nuova vita, chi invece resta perché la sua vita è nella sua amata terra. E chi, lottando contra una grave malattia, dice: “Domani proverò a sorprendere la vita, come lei ha fatto con me. Del resto noi donne siamo speciali anche per questo. Troviamo sempre strade nuove da percorrere, dimostrando che ci sono sentieri possibili anche nel buio più tetro, anche laddove la vita ha scelto di essere arida. Anche lì, dove la terra è arsa di acqua e luce, noi donne siamo in grado di far nascere nuovi germogli”.
Pagine quindi molte intense, narrate con grande enfasi, nelle quali le protagoniste, in un momento particolare della loro vita, si fermano a riflettere su quello che negli anni hanno vissuto, combattuto e sconfitto, sorseggiando un buon caffè salentino che le aiuta a rilassarsi e a fare un resoconto inevitabile della propria esistenza.
Ogni lettrice può ritrovare un po’ di se stessa in questo libro, ogni uomo può, invece, capire molto dell’universo femminile da quanto esso racconta. Un libro che coinvolge, che si legge davvero tutto ad un fiato e che si può divorare, magari, perché no, mentre ci si ferma un attimo a degustare un caffè in ghiaccio con latte di mandorla.