Il cibo senz'anima
"Mangiamo senza pensare a nulla. Senza farci nessuna domanda sulla qualità, salubrità, origine, cultura degli alimenti perdendo la tradizione e la percezione stessa del cibo Mangiamo e basta"
Se è vero che l’identità delle popolazioni si misura anche da come conserva i suoi atti rituali, allora stiamo assistendo al crollo di uno degli ultimi pilastri della cultura mediterranea: il rapporto col cibo.
Condanniamo a morte quel pezzo di tradizione che vede le famiglie unite, almeno una volta al giorno, sedute insieme interno alla stessa tavola. E sacrifichiamo tradizioni vecchie migliaia di anni all’idolo della comodità e del consumo infinito.
Mangiamo senza pensare al cibo, senza porci domande sulla qualità, salubrità, origine, cultura degli alimenti. Mangiamo veloce, mangiamo “porcate, in strada, nelle ore sbagliate”, come cantava Fabrizio De Andrè. Mangiamo qualsiasi cosa, mangiamo…
E a ogni pasto di cibo senza anima perdiamo un pezzo. Perdiamo pezzi di coesione ai cicli della natura che produce cibo secondo le stagioni, senza considerare che la specie umana si è evoluta seguendo quella cadenza.
Su scala planetaria perdiamo varietà di cereali di elevatissima qualità nutrizionale, sostituite da selezioni più produttive, e insieme alla varietà perdiamo la conoscenza storica della loro coltivazione.
Perdiamo la percezione stessa del cibo che viene sempre più macinato, pressato, tagliato, tanto da renderlo irriconoscibile, ma facile da mangiare.
Perdiamo pezzi di tradizione fino al punto da considerare “sapori di una volta” e “antiche ricette” piatti che erano la norma fino a solo 30 anni fa.
Perdiamo pezzi di quella conoscenza delle erbe spontanee commestibili, usate da sempre e classificate già dagli antichi Greci.
In una sola passeggiata del Comitato Verde Santa Rosa, (libero consorzio di cittadini fondato a Lecce nel 2012 con lo scopo di monitorare/migliorare la qualità ambientale urbana), in centro urbano, tra asfalto e cemento abbiamo classificato 6 specie diverse di piante commestibili. Piante che hanno accompagnato l’uomo nella sua evoluzione, che conservano il proprio valore nutritivo e che non sono estinte. Ciò che si è estinto, invece, è la nostra conoscenza del loro impiego, ma continuiamo a camminare indifferenti.
E finché continueremo a scegliere il nostro cibo sulla base della usa comodità del consumo avremo sempre un banco illuminato al neon che ci propone ortaggi e frutta sana e bella. E finché continueremo nella nostra pigrizia, non approfondiremo mai il fatto che per fare la frutta così sana abbiano dovuto usare armi chimiche che sterminano anche api e farfalle, e che – piano piano - le stesse armi uccidono anche gli esseri umani. E per fare gli ortaggi così belli, abbiamo represso la loro produzione di aromi e sapori: scegliamo con gli occhi e non ci accorgiamo neanche che il cibo non sa più di niente.
Sotto questo profilo, il Comitato Verde Santa Rosa ha contribuito ai laboratori per il terzo paesaggio con Jilles Clement e ha organizzato il recente convegno “Alberi in città” presso l’Università del Salento per la sensibilizzazione e diffusione di pratiche e conoscenze ecologiche su alberature e paesaggio urbano.
Tra le iniziative di prossima realizzazione inerenti i temi dell’alimentazione e della sostenibilità, il Comitato prevede la realizzazione di orti comunitari di quartiere, con il coinvolgimento di cittadini volontari e della stessa Amministrazione comunale, per la realizzazione di specifici patti di sussidiarietà.
Per tali progetti è previsto l’impiego di varietà tradizionali i cui semi sono in parte già disponibili presso la Banca del Seme del Comitato, già attiva per la raccolta e lo scambio.