Leda, Millelire e la Madonna di Fatima
Domenica. Franca era a messa, avevo a mia disposizione circa un'ora, così mi son messo a girare per Lecce, vagando senza meta.
La porta di un'abitazione a piano terra si aprì e qualcuno lanciò una secchiata d'acqua. Feci un salto laterale lasciandomi scappare un «Hei, attenta!» riuscendo ad evitare che venissi preso in pieno dal liquido, certamente utilizzato per pulire un pavimento.
L'anziana donna rimase a guardarmi col secchio in mano per alcuni istanti.
Aveva capelli raccolti a crocchia, con indosso una vestaglietta a fiori bianchi e azzurri, che le scendeva quasi a coprire delle calze bianche di cotone, infilate nelle ciabatte beige come quelle portate da medici e infermiere.
Poi rientrò senza battere ciglio.
Però quel viso, la tristezza degli occhi, il mento allungato, mi ricordarono qualcuno, ma senza riuscire a capire chi fosse.
Poi, quando mi accorsi che mi trovavo in una traversa di Via di Leuca e che quella era la porta dove abitava la Leda, ebbi un'emozione improvvisa e mi ritrovai negli anni cinquanta.
Leda era una donna bellissima, alta, lunghi capelli castani che le arrivavano sulle spalle, seni formosi, gambe lunghe, indossava sempre gonne che le arrivavano quasi fin sotto ai piedi. La chiamavamo Ava Gardner e, come lei, aveva lo stesso incedere, il sorriso misterioso che faceva tanto Monna Lisa, insomma una perfetta donna di classe, di quelle irraggiungibili, da vedere e non toccare. E in pochi infatti la toccavano, solo quelli che avevano tante, ma tante lire per soddisfarla.
E tutti, dopo aver sborsato tanti soldi, dicevano di lei che fosse frigida, sessualmente insensibile.
Nei giorni di primavera, sino a settembre, ottobre, ogni pomeriggio passeggiava lungo i viali, risalendo da Viale Otranto verso Viale Gallipoli, passando per Porta Rudiae, Piazza Sant'Oronzo, sino a Via Leuca e quindi casa sua.
Direte «ma che facevi la seguivi?».
No, tutti sapevamo quale fosse il suo percorso, sempre lo stesso.
Durante il tragitto, in quelle ore canicolari, se avesse tenuto conto dei richiami appassionati, dei sordellini, ne avrebbe contati a centinaia.
Cosa è il sordellino? È un fischio alla rovescia, prodotto dal restringimento delle labbra a mo di tubo, aspirando il fiato all'interno si produce un sibilo udibile a una certa distanza. Per noi ragazzi era una sorta di richiamo amoroso lanciato per far sapere alle ragazze che approvavamo la loro bellezza. Certo non l'avremmo mai sprecato per una non attraente.
Era l'amante di uno straricco notaio salentino, fisicamente mal fatto, basso, panciuto, anziano, ma ricco, ricchissimo. La moglie del notaio, sessanta anni circa, che era stata una bella donna, pareva una quarantenne. E anche lei si dava fare, prediligeva i giovani, e fra questi anche i miei amici Peppino e Gino, dei gigolò, come allora si chiamavano i giovanotti che si accompagnavano con donne mature, compensati in moneta o in lussuosi regali.
Così, per curiosità, sono andato a vedere cosa dice Wikipedia del termine gigolò.
Sotto la pagina della moderna enciclopedia ce ne era un'altra, ma era una specie di annuncio. Da non credere era la pubblicità d'un certo signore, lo chiamerò XXX, gigolò per donne.
Una annotazione precisava: "Se vuoi un accompagnatore professionale per signore XXX è la persona giusta da contattare". E aprendo il sito, c'era scritto: "Cosa posso fare per te?". Apparvero varie foto dell'individuo, vestito elegantemente per tutte le situazioni, party, gite al mare, in montagna, ed anche svestito con il sesso ricoperto da fiori. Insomma è uno che si dà... per sopravvivere.
Se non ci credete potete andare a vedere.
Continuando a camminare mi trovai davanti alla Porta di San Biagio. E c'era Lui, Francesco Millelire. Lo conosco da quando era un ragazzo, essendo stata sua sorella Nuccia per diversi anni la responsabile della sartoria del nostro negozio di abbigliamento.
Spesso veniva all'orario di chiusura per accompagnarla a casa nelle buie sere invernali. Fisicamente è rimasto uguale, l'unica differenza sta nella folta barba bianca e nei capelli lunghi che incastonano la sua bella faccia, il naso ritto, gli occhi vispi ed indagatori. Come ama dire lui è stato il Re delle discoteche, ha vestito i pure panni di Superman con la barba e lunghi capelli bianchi. In suo onore è stata stampata una mille lire con il suo volto al posto di quello di Maria Montessori, ma serviva solo per pubblicizzare una nota discoteca.
Oggi, spesso, lo potete trovare in Piazza Sant'Oronzo assieme al gruppo dei suoi amici, sempre a disposizione dei vari turisti che amano fotografarsi con lui.
Ci siamo salutati, stava aspettando un amico che doveva passare a prenderlo con la sua auto per andare allietare dei bambini disagiati, per rallegrarli, farli sorridere.
Era elegantissimo, indossava un abito di fresco di lana, grigio ferro, cravatta azzurra, barba e capelli e argentati. Abbiamo ovviamente parlato dei tempi passati e mi ha promesso che sarebbe venuto per la prima presentazione del mio prossimo libro.
Poi è arrivato il suo amico e ci siamo salutati.
Ho proseguito da Porta San Biagio verso la Chiesa di San Matteo.
La luce del giorno a quell'ora era perfetta così mi son messo a fotografare gli splendidi portoni degli imponenti palazzi.
«Mi scusi signore, per la Madonna di Fatima un'offerta?».
Mi voltai e vidi un quarantenne stempiato, maglietta marrone maniche corte, jeans, che teneva in mano un sacchetto di cuoio, come quelli usati nelle chiese per la questua durante la messa.
Riposi una moneta da 50 centesimi. «Prego, tenga, per la madonna».
E lui: «Per la madonna, solo centesimi?».
E io: «Questi ho, mi dispiace».
«E meno male che si tratta della madonna».
Contrariato, non mi disse neanche grazie e si allontanò per cercare fedeli più disponibili verso la SUA madonna di domenica 14 maggio.
Sono convinto che se passerò la prossima settimana, il 21 maggio, lui ci sarà per raccogliere offerte per il SUO santo, in quel caso San Vittorio.
D'altronde, dove lo trovate uno che per 52 domeniche l'anno vi apparirà, come per incanto, come se scendesse dal cielo, per ricordarvi che quel tale giorno si festeggia un SUO santo?
Franca sarebbe uscita di lì a poco, così mi avviai verso la chiesa.
Però che bella domenica, da ricordarsela, anche se l'Inter ha poi perso in casa uno a due col Sassuolo.