Prevenire è di gran lunga meglio che curare
Un lavoro sicuro è senza dubbio auspicabile nell’interesse del singolo e della collettività
Questo è quanto scriveva nel 1700 Bernardino Ramazzini di Carpi il medico scienziato considerato il padre della Medicina del Lavoro in Italia. Decisamente una frase per secoli inascoltata e ancora oggi di grande attualità. Nel secolo scorso sono stati fatti enormi passi in avanti nella sicurezza e salute nei luoghi di lavoro grazie a vari fattori tra cui sono degni di nota gli sviluppi tecnologici, l’emanazione di norme e leggi ad hoc e non ultimo la spinta dei lavoratori per tramite le loro organizzazioni sindacali. Rimane tuttavia ancora molto da fare. Gli infortuni sul lavoro rimangono una criticità e le malattie professionali non sono affatto scomparse sono cambiate ma non scomparse.
L’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) nel 1948 sanciva come salute la seguente definizione “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia”, definizione che tuttavia oggi appare almeno per alcuni studiosi superata e su cui esiste un dibattito scientifico. Tuttavia a tale principio si ispira il legislatore quando definisce che negli ambienti di lavoro si debbano valutare tutti i rischi presenti compresi quelli collegati allo Stress Lavoro-Correlato. Negli ambienti di lavoro sono numerosi i fattori di rischio presenti tra cui quelli più tradizionali come il rumore, le vibrazioni, le sostanze chimiche e quelli considerati negli ultimi decenni come emergenti i cosiddetti rischi trasversali che non sono esclusivi e tipici di alcuni ambienti di lavoro ma si possono trovare in varie attività lavorative anche differenti fra loro. Ricordiamo i movimenti ripetitivi delle braccia e mani, le posizioni del corpo “incongrue” vale a dire che comportano una sensazione di disagio o che possono causare a lungo andare anche delle vere e proprie malattie dell'apparato muscolo scheletrico. A titolo di esempio questo può accadere alle educatrici degli asili nido quando giocano e accudiscono i bambini, agli imbianchini quando lavorano con le braccia in alto, agli impiegati quando utilizzano sedie “scomode” non adattabili al proprio corpo.
Tra i rischi emergenti una attenzione particolare va allo stress lavoro-correlato che da stime dell’OMS sarà davvero una emergenza sanitaria nei luoghi di lavoro nei prossimi anni. Secondo una ricerca della European Agency for Safety and Health at Work, (agenzia Europea per la Sicurezza e Salute al lavoro) pubblicata nel maggio del 2013, oltre la metà dei lavoratori in Europa (51%), afferma che lo stress lavoro-correlato è un fattore comune nei loro posti di lavoro. In alcuni paesi come la Slovenia, Grecia, questa percentuale sale oltre il 70%. Sempre la stessa agenzia in una sua pubblicazione del 2012 stimava che in Europa i costi legati agli effetti dello Stress Lavoro-correlato di circa 20 miliardi di Euro. Di sicuro cifre non trascurabili per cui è necessario un impegno di tutte le parti interessate (legislatori, datori di lavoro e lavoratori) per affrontare e trovare soluzione adeguate a tale problema.
Un lavoro sicuro, non pericoloso per la salute psichica e fisica è senza dubbio auspicabile nell’interesse del singolo e della collettività.