"Sincronicità"
Nel suo libro l'astrofisico Massimo Teodorani si sofferma sull'esistenza di fatti simultanei ancora avvolti da un enorme alone di mistero
Quante volte abbiamo pensato a una persona e inspiegabilmente ce la siamo trovata davanti all’improvviso; oppure ci ha telefonato dopo mesi di assenza, proprio nell’istante in cui ce la stavamo immaginando? E quante altre volte abbiamo posto a noi stessi una domanda e camminando per strada, abbiamo scorto un cartellone pubblicitario con uno slogan conforme alla richiesta appena espressa; oppure colto nella battuta di un film la replica sul tema sul quale stavamo ragionando proprio in quel preciso momento?
Si tratta di fatti simultanei ancora avvolti nella nebbia di un mistero non svelato. Episodi comuni a tutti dei quali però non conosciamo l’origine e l’esatta ragione.
Massimo Teodorani, un astrofisico laureato in Astronomia che ha ottenuto il Dottorato di Ricerca in Fisica Stellare e lavorato nell’ex CNR ora Radiotelescopio di Medicina dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, ha provato con il libro “Sincronicità” a dimostrare e a ricordare che le manifestazioni sincroniche non solo sono studiate da tempo dai fisici quantistici ma che in passato se ne occuparono, uniti dalla medesima rigorosa curiosità, scienziati del livello di Carl Gustav Jung, il grande psicologo analitico, e Wolfang Pauli, uno dei padri fondatori della fisica quantistica e premio nobel nel 1945 per il principio di esclusione (due elettroni presenti in un atomo non possono avere tutti i numeri quantici identici).
Le moderne ricerche sottolineano che tutto in natura pare muoversi sulla stessa lunghezza d'onda e al tempo stesso che il mondo nel quale dimoriamo talvolta s’interrompe, s’incrina bruscamente e inaspettatamente a causa di circostanze cariche di simbologie e dense di profondi contenuti.
Un modo singolare per ricordarci che la materia non è il solo elemento di cui siamo fatti costituiti e che l’universo nel quale tutto è contenuto, ha una origine all’interno di una consapevolezza dentro uno spazio assoluto. In altri termini quella che Jung, l’antropologo svizzero, aveva scoperto e rilevato nell’inconscio collettivo.
Dunque, con ogni probabilità nulla ci separa da ciò che apparentemente invece sembra distaccato e lontano dal nostro essere fisico e pensante. In realtà sarebbe tutto strettamente connesso a quella “totalità” cosmica dalla quale probabilmente proveniamo e alla quale forse un giorno ci ricongiungeremo.
Un libro attraente che si spinge ai limiti della conoscenza e destinato non soltanto a tutti gli amanti della delle grandi discipline come la fisica e la psicologia ma anche a quanti non si sentono appagati dalla risposta più ovvia: quella che attribuisce i fenomeni più singolari agli avvenimenti fortuiti e perciò rivolto a tutti coloro che cercano sempre di osservare al di là dei proprio orizzonte.