Floriterapia alchemica
Alla scoperta di un percorso di ricerca e studio differente, una metodologia usata per affrontare i disagi psico emozionali, partendo da concetti e approcci diversi dalla medicina allopatica. Secondo la medicina alchemica la malattia rappresenta un disordine energetico in grado di indurre alterazioni organiche.
I punti di contatto tra Edward Bach e Albert Einstein
Siamo in giugno e le campagne sono piene di colori: macchie di rossi papaveri, fiumi bianchi e gialli di margherite, le "comitive festose " di perline maggiori e minori, la bella malva "omniorba" e tanti ancora. Come è mia abitudine riempio lo zaino di barattoli, forbici, etichette, tutto il materiale occorrente per la raccolta. Oggi è mercoledì giorno dedicato a Mercurio e parto a piedi e i miei piedi hanno ali. Qualcuno mi ha parlato di un campo di gigli ed io non posso aspettare, sono li che mi chiamano: vieni sorella dei fiori, ti aspettiamo, siamo pronti per servire. No, non è follia. È semplicemente un percorso di ricerca e studio dal nome Floriterapia Alchemica.
La Floriterapia è una branca importante della Medicina Naturale o, come oggi viene conosciuta, Integrativa e la letteratura è ricca di descrizioni in merito. Questa è una metodologia usata per affrontare i disagi psico emozionali, partendo da concetti e approcci diversi dalla medicina allopatica. Non posso non citare il padre di questa tecnica naturale che ha cambiato le prospettive di osservazione e cura di diverse disarmonie, nonché la mia visione allopatica di un antico passato remoto; parlo naturalmente del dottor Edward Bach, medico gallese (1886-1936) vissuto negli anni Trenta, il quale ebbe il coraggio di andare contro corrente rispetto ai suoi colleghi ed affidò la cura del suo male nelle mani amorevoli di Madre Natura. Egli, negli anni a seguire delle sue ricerche, comprese che ogni individuo era un essere a se stante, con proprie esperienze di vissuto storico e, dunque, si accorse che una stessa terapia non sempre curava i medesimi sintomi in ogni paziente; anzi, per una stessa sintomatologia, somministrando lo stesso rimedio, si avevano reazioni diverse (Edward Bach). Considerava la "malattia" come un nesso rivelatore di disequilibri energetici che si manifestavano in disturbi fisici. Nulla che si discosti oggi dal pensiero di autori come il dottor Assoggioli (Psicosintesi), o il dottor Lattuada (Psicologia Traspersonale) o in scuole di pensiero come Metamedicina e Medicina Quantico Mentale.
Molti sono i terapeuti e gli operatori olistici che hanno abbracciato, facendolo proprio, il pensiero del dottor Bach, il quale pur di attuare e donare al mondo le sue ricerche si volle allontanare dall'ordine dei medici che allora lo osteggiarono rischiando la denuncia ed il carcere.
Io mi chiedo quanto male potevano fare dei leggiadri fiori? E come il pensiero illuminato di un medico e maestro poteva nuocere alle persone che si rivolgevano a lui fiduciose? Certo è che egli fu uno dei primi medici a camminare a testa alta nella "naturalità terapeutica". Infatti egli studiò un certo numero di fiori creando dei rimedi i quali apportavano benessere psico fisico ai suoi pazienti. Nei suoi protocolli descrisse ed ipotizzò che per la cura della malattia era importante l'atteggiamento mentale e la personalità individuale, entrambi potevano alterare, se negativi, l'equilibrio organico conducendo a malattia. Dunque, se si modifica l'atteggiamento, anche il corpo riacquista lo stato di salute.
Questi ed altri pensieri passano ed attraversano la mia mente mentre mi avvio attraversando un campo ricco di fiori di asfodelo ed di aglio ametistino, come il ricordo passeggero dell'ultimo libro letto che trattava della vita e gli studi di Albert Einstein (1879 – 1955). Mi accorgo che c'è un continuum tra pensieri e per un attimo immagino quest'ultimo mentre descrive come la materia e l'energia si compenetrano, disegnando in ologramma, la vibrazione in quanti che compongono l'essere umano che è al centro del micro e macrocosmo.
La discesa della stessa vibrazione in modulazione di frequenza disegnata su di un grafico a cui segue, per il genio, l'abbassamento dell'energia fisico-mentale dell'essere umano, ha conseguenza negli organi e da qui ne scaturisce la malattia. Il pensiero è energia che condiziona la nostra quotidianità, ciò che è negativo ci mette in uno stato di negazione; siamo interconnessi e mentre sento nell'anima quanto sia vero tutto ciò, sono seduta per terra intenta ad osservare un muretto a secco che mi accingo a scavalcare. Sorrido e penso. "Come in alto così in basso, come dentro così fuori". Questa semplice frase di Paraceldo esprime perfettamente il collegamento degli studi sia di Bach che di Einstein, come descrive bene il mio lavoro di Floriterapeuta Alchemica. Salto il muro, so che sono dall'altra parte ma è d'uopo un passo indietro nella storia dell'Alchimia, altrimenti il lettore digiuno di questo cibo che nutre l'anima non può comprendere.
L'Alchimia non è una religione, né una filosofia, né un apparato dottrinale, è semplicemente la modalità in cui Madre Natura opera nel suo passaggio di era in era, disvelando all'osservatore attento la modalità in cui germina la creazione, usando un Fuoco Universale che infonde nella stessa matrice i caratteri generali di qualità, specie ed indirizzo. Le origini dell'Alchimia sono ignote, si pensa che essa fu trasmessa agli esseri umani da angeli (o demoni), il termine comunque indica la terra d'Egitto, perché è lì che ebbe i suoi natali circa 3000 e più anni fa.
L'interpretazione contemporanea fa derivare la parola da due radici Al e Chimia che significherebbe (così anche in arabo) Chimica di Dio. I primi scritti alchemici si ricollegano a quelli ermetici, e alle dottrine segrete della Filosofia Ermetica. Ricordiamo Ermete Trismegisto e la sua verità della Scienza Sacra da cui prese il nome l'Ermetismo. Ma anche Ermes il dio-Thot degli Egizi.