Tra cielo e terra: magia e mistero di Castel del Monte

Sono tanti gli interrogativi che ruotano attorno al maniero, “un capolavoro unico dell'architettura medievale, che riflette l'umanesimo del suo fondatore Federico II”. Di certo la ricorrenza del numero 8 è un dato di fatto, oggettivo ed inconfutabile

L’interrogativo sorge spontaneo quando, riflettendoci su, si fa caso al suo completo isolamento, al suo ignoto uso o funzione, alla sua massiccia presenza, alla sua complessa architettura.
A cosa serviva Castel del Monte? Era un Castello di caccia? Un luogo di svago per i festaioli dell’epoca? Oppure un arroccamento di difesa? Ma è totalmente privo di cucine, di sala del trono, di scuderie, di camere da letto. Insomma non era abitabile o lo si poteva abitare solo per brevi periodi. Ma è anche privo di fossato o cunicoli di fuga. Come poteva essere un arroccamento di difesa?
Tante sono state le chiavi di lettura negli anni: un percorso iniziatico, un “contenitore” per il Sacro Graal, un osservatorio astronomico, una sorta di congegno matematico. Addirittura c’è chi sostiene che sia la fedele riproduzione del Santo Graal e che lo stesso si celi al suo interno, ben nascosto da oltre 2000 anni, che fosse tappa obbligata per tutti i Cavalieri che si recassero in Terra Santa, sia per rendergli omaggio, sia per effettuare un bagno purificatore nella grande vasca (ottagonale) situata, un tempo, all’interno del cortile.
La ricorrenza del numero 8 è un dato di fatto, oggettivo ed inconfutabile: pianta ottagonale, otto torri ottagonali situate agli otto vertici della pianta, un cortile interno di forma ottagonale, otto stanze interne.
Si sa, Federico II era letteralmente ossessionato dalla voglia di sapere, di conoscere, di capire e la sua stessa corte riuniva in sé il fior fiore dei letterati, matematici, scienziati dell’epoca. Castel del Monte poteva essere un tentativo per raggiungere, attraverso precisi e complessi calcoli matematici, la perfezione del creato ed, attraverso esso, incontrare Dio? Ed ancora, il tentativo di ricostruire l’antico Tempio di Salomone?
Tanti studi sono stati effettuati (se ne possono trovare ovunque, anche dei più fantasiosi e azzardati) equiparando dati matematici e geometrici, ricorrenze astronomiche, latitudini, tracciando linee immaginarie che intersecano piramidi, assi terrestri, inclinazioni del cielo. Si è fatto di tutto per cercare di dare una plausibile spiegazione al suo uso, alla sua funzione che, invece, restano un mistero inestricabile e che, perciò, lo rendono unico al mondo.
“Castel del Monte possiede un valore universale eccezionale per la perfezione delle sue forme, l'armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal Nord dell'Europa, dal mondo Musulmano e dall'antichità classica. È un capolavoro unico dell'architettura medievale, che riflette l'umanesimo del suo fondatore: Federico II di Svevia”. (Tratto dal sito ufficiale “Castel Del Monte” Sezione Storia).
È situato all’interno dell’attuale Parco Nazionale dell’Alta Murgia, quasi equidistante dai rinomati centri di Andria, Ruvo di Puglia e Minervino Murge.
Visitandolo con occhio attento ed entrando nello specifico non potrete fare a meno di notare una serie innumerevole di simboli di vario genere ed ispirazione, ricorrenze astronomiche nel collocamento di particolari architettonici, ricorrenze matematiche e geometriche che ricordano la divina proporzione (stella a cinque punte) o il Sigillo di Salomone (due triangoli equilateri sovrapposti.

Valgano d’esempio: la parte superiore del portone di ingresso ad est, a forma di triangolo isoscele con il vertice opposto alla base di 108 gradi, che tanto ricorda il Tempio Massonico, la maschera di Bafometto (chiave di volta su uno dei portali interni) chiaro simbolo Templare, i quadrati iniziatici con gli angoli posti in corrispondenza dei punti cardinali e sovrastati da quattro cerchi (dove si collocano gli adepti nei riti di purificazione per la successiva iniziazione al cammino spirituale verso la Luce), una chiave di volta del soffitto di un’altra sala raffigura quattro delfini stilizzati, simbolo di rigenerazione dell’anima che giunge nel porto della salvezza, una chiave di volta di una successiva porta a forma di triangolo isoscele col vertice a 147 gradi - come l’angolo interno di un endecagono – e l’undici per Sant’Agostino, rappresentava l’unione del cielo (5) con la terra (6) – un chiaro riferimento ad una tappa iniziatica.
Castel del Monte poteva dunque essere, per quell’epoca, l’archetipo del luogo destinato al vero cammino iniziatico? È certamente una teoria affascinante, assai vicina alla filosofia ed alle conoscenze del tempo.
Era ricorrente, da parte di Federico II di Svevia, l’uso architettonico fortemente evocativo e simbolico per rimarcare la sacralità del proprio potere regale. Ma è anche noto il capillare programma di difesa militare che lo stesso aveva instaurato attraverso la costruzione di Palazzi e Castelli o la ricostruzione, secondo i propri schemi, di vecchi insediamenti normanni. Un modo razionale anche per gestire e controllare i territori amministrati. In fondo, poi, Andria non era così lontana e la collocazione su una collina alta ben 540 metri, lo poneva in una condizione strategica per le comunicazioni interne al proprio sistema militare.

Visitando Castel del Monte non si può non rimanere affascinati dalla sua imponenza, dalla magnifica vista che toglie il respiro, dall’equilibrio delle forme e dalla sua perfetta geometria, dalla Storia che trasuda dalle sue possenti mura, dal perenne silenzio della sua campagna, da quell’alone magico e misterico che l’adorna.
Perché Castel del Monte? Perché esso rappresenta il punto di ricongiungimento tra cielo e terra, tra corpo ed anima, tra normale e divino.