Il 'bacio' di Francesco Hayez, artista innovatore e poliedrico
Riflettori su uno dei massimi esponenti del neoclassicismo e romanticismo
L’ottocento italiano è stato un periodo molto produttivo dal punto di vista artistico. Caratterizzato dal neoclassicismo e romanticismo. Ha avuto i suoi maggiori esponenti come Francesco Hayez. L’artista del bacio famoso in tutta la penisola e non solo. Infatti vorrei analizzare alcune opere di questo grande pittore. Come il ritratto più rappresentativo del celebre Alessandro Manzoni è sicuramente per eccellenza quello conservato alla Pinacoteca di Brera. Il dipinto fu eseguito con tecnica ad olio su tela nel 1841, misura 1117 x 91 cm. La sua accuratezza, lo rende più simile ad una fotografia che ad un ritratto, Hayez di impegnò notevolmente per renderlo il più perfetto possibile, eseguì l’opera in tre sedute.
L’artista realizzò la tela nella villa di Lesa dei conti Stampa in contemporanea con quelli del filosofo Antonio Rosmini e dello scrittore Massimo d’Azeglio. Raffigura il famoso poeta e scrittore romantico seduto su una sedia. L’attenzione è volutamente concentrata sul soggetto; infatti, non sono stati rappresentati né libri, né altro materiale attinente alla scrittura, al fine di renderlo il più umano e semplice possibile.
Nel celebre dipinto il Manzoni appoggia le braccia sui braccioli della sedia, ha un portamento disteso, lievemente piegato in avanti. Il vestiario è elegante, tipico del suo periodo. Lo sfondo è scuro ed essenziale, riflette la luce che attornia il poeta. Il viso viene illuminato da una luce frontale, che ne mettendo in risalto la carnagione bianca, lo sguardo è volto in direzione dell’esecutore materiale del dipinto tuttavia non è raccolto su di esso. Il ritratto sottolinea un Manzoni intellettuale quasi aulico colto dall'ispirazione. Appare intenso eppure lontano, denota che il poeta sia medito nei suoi pensieri. Le gambe sono accavallate, avvolte da pantaloni di tessuto color senape con numerose pieghe, la camicia bianca emerge dalla giacca e dal panciotto nero, in contrapposizione.
Il grande Hayez nacque a Venezia, il 10 febbraio del 1791 e morì a Milano, il 21 dicembre del 1882. Pittore italiano in un primo momento vicino alla corrente neoclassica diviene poi successivamente uno degli esponenti maggiori del romanticismo Molte sue opere contengono un messaggio politico risorgimentale nascosto. Dopo aver trascorso la giovinezza a Venezia e Roma, si spostò a Milano, dove entrò in contatto con Manzoni, Berchet, Pellico e Cattaneo. Un artista innovatore e poliedrico, ha lasciato un segno profondo nella storia dell'arte italiana. Senza ombra di dubbio protagonista dei suoi dipinti in assoluto è la tela che la reso celebre “Il bacio”.
L'opera, realizzata nel 1859, appartiene alla maturità di Francesco Hayez ed è uno dei dipinti più conosciuti della pittura dell'ottocento italiano. L’opera negli anni successivi è stata fonte d'ispirazione per molte famose scene del cinema. È stata recentemente utilizzata come copertina de “I Promessi Sposi”, romanzo più celebre del Manzoni per eccellenza. La scena è intensa di un coinvolgimento emotivo dello spettatore. Particolarmente teatrale, simbolo degli ideali romantici, nazionalisti e patriottici del Risorgimento. Un'atmosfera di mistero avvolge l’intera scena e l’astratta ambientazione medievale, hanno reso questo dipinto uno dei soggetti più utilizzati per la pubblicità e per duplicati a stampa di vario tipo.
L'affascinante resa cromatica in sintonia assoluta delle tonalità con altrettanta sapiente resa delle luci e soprattutto delle ombre. Le tematiche passionali sono spesso ricorrenti nelle opere dell’artista. Quest’opera in particolare ha molteplici significati sottesi infatti, oltre ad essere una celebrazione dell'impetuoso ardore giovanile, sublima perfettamente ideali come l'amor di patria e l'impegno politico. L’opera ha quattro versioni, tre su tela e una su acquerello. Commissionata da Alfonso Maria Visconti di Saliceto, il quale la donò dopo la sua morte alla Pinacoteca di Brera. La prima versione fu appunto quella del 1859, ne seguì un acquerello databile lo stesso anno. Le successive furono riprodotte rispettivamente nel 1861 e nel 1867.