Maltrattamento di animali e pericolosità sociale
Esiste, purtroppo, una grandissima connessione fra l’atto di maltrattare gli animali e i comportamenti criminali
“Le persone che commettono un singolo atto di violenza sugli animali sono più portate a commettere altri reati rispetto a coloro che non hanno abusato di animali. Come segnale di un potenziale comportamento antisociale – che include ma non limitato alla violenza – atti isolati di crudeltà nei confronti degli animali non devono essere ignorati dai giudici, psichiatri, assistenti sociali, veterinari, poliziotti e tutti coloro che incappano in abusi sugli animali durante il proprio lavoro”.
(The Web Of Cruelty: ‘What animal abuse tells us about humans’, di Arnold Arluke).
Questo pensiero ci deve far riflettere molto, specialmente in questo ultimo periodo in cui, nonostante la sensibilità dell’opinione pubblica nei confronti degli animali e del loro benessere sia aumentata, le notizie di maltrattamento e uccisione di animali da una parte, e le violenze e gli assassini, anche fra le mura domestiche, dall’altra, sembrano moltiplicarsi sempre di più.
Tutti questi casi ci mettono di fronte ad una triste realtà, vale a dire che il maltrattamento e/o l’uccisione di animali, oltre ad essere crimini da osteggiare e contrastare in modo assoluto, devono essere ritenuti dei veri indicatori di pericolosità: il maltrattamento di animali, per esempio commesso da minori, può essere specchio di una situazione ambientale e/o familiare non sana ed è molto probabile che il maltrattatore possa compiere, in futuro, comportamenti pericolosi per la società.
Il rapporto con gli animali è oggi un indicatore che ha già ottenuto il massimo riconoscimento di attendibilità dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’Associazione Psichiatri Americani, dal Dipartimento di Giustizia Minorile e Prevenzione della Violenza USA, dal Federal Bureau Investigation (FBI).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), infatti, definisce la violenza come uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello mondiale ed in particolare la violenza interpersonale viene evidenziata come fenomeno in crescente ascesa in tutto il mondo.
E secondo i profiler dell’FBI, chi maltratta gli animali è anche predisposto alla violenza domestica e agli abusi sui minori ed esaminando le statistiche a riguardo, nei casi di violenza sulle donne è stato accertato che il violentatore, spesso lo stesso partner della vittima, aveva ferito o ucciso uno o più animali domestici. È stato verificato come diversi serial killer o stupratori hanno iniziato a commettere atti di crudeltà nei confronti di animali nell’infanzia o nell’adolescenza.
In Italia un grandissimo lavoro in merito all’argomento è portato avanti dalla Dott.ssa Francesca Sorcinelli dell’Associazione di Promozione Sociale Link-Italia che in, collaborazione con il NIRDA del Corpo Forestale dello Stato, diffonde su tutto il territorio nazionale i validi e importanti risultati della sua ricerca.