L’Astrologia come metafora del viaggio dell’anima
“Le grandi decisioni della vita umana sono dovute solitamente molto di più agli istinti e ad altri misteriosi fattori inconsci che a una scelta cosciente e a una ben intenzionata ragionevolezza”
Andare a conoscere l’uomo, provare a comprenderne la sua più profonda essenza, equivale a fare un viaggio, lo stesso viaggio, sia pure in dimensione ridotta, che l’Anima fa da sempre alla ricerca della perfezione, di ciò che è affine e pertinente al suo rendersi sempre più affine alla luce di una pietra preziosa, di quel diamante che taglia le illusioni, caro alla tradizione buddhista tibetana.
In tutto ciò possiamo essere ampiamente aiutati dall’astrologia, questa meravigliosa disciplina, o se si preferisce scienza in senso classico e tradizionale, che insegna a guardare il tutto come qualcosa di vero e non le singole parti, una distaccata dall’altra, in una visione frammentaria e schizofrenica del mondo, dell’esistenza e di riflesso di sé stessi.
L’astrologia è la più antica teoria della personalità, ossia essa può essere definita una vera e propria psicologia ante-litteram, tant’è che di ciò se ne sono accorti gli stessi psicologi, naturalmente non tutti, primo fra tutti Carl Gustav Jung, seguito a ruota da Roberto Assagioli, e tanti altri ancora.
Ma sicuramente chi ha dato maggiore spazio e vi ha dedicato anche scritti di notevole spessore culturale, è stato Jung. Nei confronti dell’astrologia ha mantenuto sempre un atteggiamento di grande apertura, pur mutando nel corso della sua vita, più di qualche volta, la sua personale visione, e da che ha tentato di spiegarla come fenomeno sincronico, verso la fine dei suoi anni, si avvicinò maggiormente ad una concezione astrofisica circa la determinanza dei singoli pianeti, e dei loro transiti, sul carattere e sul destino delle singole persone.
L’astrologia entra nuovamente a far parte, sia pure quasi sempre all’estero, e in particolare negli Usa, della ricerca universitaria anche grazie al movimento della Psicologia Umanistica e Transpersonale, sorto negli anni ’60 del secolo trascorso, trovando una sempre maggiore collaborazione e integrazione anche con altre discipline.
La figura del grande Dane Rudhyar, l’astrologo che più di ogni altri, ha rifondato l’astrologia in tempi recenti, resta un maestro indiscusso di tale lavoro d’integrazione tra psicologia e astrologia, che in altri termini non è altro che la trasposizione di contenuti e saperi antichi (l’astrologia) in un linguaggio attuale (quello psicologico per l’appunto).
Dal punto di vista strettamente interpretativo il tema natale può contare su una miriade di elementi, ma certamente sono i pianeti e le case ciò che maggiormente colorano e individuano la persona e il suo percorso esistenziale.
Mi soffermerò solo sull’importanza dei pianeti, che in astrologia suddividiamo in questo modo:
pianeti personali (Sole, Luna, Mercurio, Venere e Marte), la cui funzione è prettamente psicologica, ovvero indicano con accuratezza le peculiarità del carattere di una persona.
pianeti del quotidiano (Marte, Giove e Saturno), la cui principale attività è quella di realizzare le potenzialità, o acuire le problematiche, presenti in quelli personali.
pianeti del collettivo o generazionali (Chirone, Urano, Nettuno e Plutone), la cui funzione è quella di mettere in contatto con la dimensione transpersonale e transgenerazionale, aiutando a leggere i codici psichici ereditati sia a livello psicologico che storico-culturale.
Avere chiaro che dimensione di lettura dei pianeti nella carta del cielo è molto utile e permette all’astrologo di fornire una lettura olografica dell’oroscopo del consultante, trovando il modo di aprire finestre sui nodi problematici di tipo strettamente personale o generazionale, scoprendo le aree in cui è possibile potersi realizzare, attivare, ciò che è in luce in alcune posizioni planetarie, così come capire laddove è pressoché inutile dirigersi viste che potrebbe trattarsi di una strada buia.
La carta natale aiuta ad individuare il nostro destino se interpretata correttamente.
Chiaramente diventa di particolare importanza il rapporto tra libero arbitrio e destino, ma allo stesso tempo finisce col diventare una riflessione retorica se si pensa che in realtà quando si è su di un sentiero la scelta forse non è mai stata davvero tale, ma si è agiti più in seguito ad una sorta di chiamata che non ad una vera e propria scelta consapevole.
Illuminanti a tal proposito le parole di Jung, il quale afferma:
“Le grandi decisioni della vita umana sono dovute solitamente molto di più agli istinti e ad altri misteriosi fattori inconsci che a una scelta cosciente e a una ben intenzionata ragionevolezza”.
Ma allora possiamo provare a chiederci se siamo agiti dai pianeti e la risposta per un astrologo non può che essere affermativa, ma in un senso molto più profondo e complesso di quanto può apparire.
Infatti per noi è vero che i pianeti agiscono concretamente sulla nostra psiche e più in generale sull’esistenza, indicandone, e tracciandone, il solco primario, ma allo stesso tempo abbiamo la possibilità di vivere al meglio quanto è in nostro possesso o dilapidarlo insulsamente, ed è questo ciò che fa parte del nostro libero arbitrio. Sfido chiunque a dirmi che c’è libero arbitrio negli accadimenti principali di una vita. Può una madre scegliere di non veder morire il proprio figlio di una malattia terribile? Posso impedire ad una persona che non mi ama più, di continuare a farlo? Se c’è qualcuno in grado di dimostrarmi che ho torto, sarò pronto a rivedere completamente la mia vita e a ripartire da zero.
Vorrei concludere sempre con le parole di Jung tratte questa volta da una sua lettera in cui fa riflettere sul mito del libero arbitrio, della libertà di scelta e di tante altre cose di cui è permeata confusamente la nostra società.
Egli scrive: “Chi crede di essere padrone del proprio destino di solito è schiavo dei propri calcoli”.