Raffaello Sanzio

Raffaello Sanzio da Urbino

Raffaello Sanzio da Urbino

Cultura

Ottobre, 2020

Lina Cavallo Conversano

Il 6 di aprile di cinquecento anni fa moriva Raffaello, nello stesso giorno in cui era nato soltanto 37 anni prima.
Già di per sé, questa strana coincidenza ci fa presupporre un che di misterioso e inquietante nella vita di questo grande artista, tra i più rappresentativi del Cinquecento che, insieme con Leonardo e Michelangelo, completa la triade dei grandi Maestri del Rinascimento Italiano. Secondo una tradizione agiografica, poi, pare che sia nato e morto di Venerdì Santo, e, per quanto questi dati non siano del tutto riscontrabili, tuttavia ne acuiscono il mistero. Indubbiamente conosciamo tanto dell’artista Raffaello; ci incuriosisce, invece, sapere qualcosa di più su di lui come persona comune, sul suo aspetto, sulle sue tendenze. I suoi biografi concordano nel dire che avesse una figura avvenente, seppure con un leggero strabismo che ne accentuava il fascino; si muoveva con stile ed eleganza aveva atteggiamenti raffinati. Era gentile e affabile con i potenti come con la gente del popolo e si distingueva per la nobiltà e bontà d’animo. Era molto ricco per i lauti proventi che, fin da giovanissimo, aveva cominciato a percepire con la sua arte.
In merito al suo rapporto con le donne, si racconta che egli sia stato molto attratto dal gentil sesso. Il Vasari, a tale proposito, ci dice che Raffaello era “persona molto amorosa e affezionata alle donne” e dedito ai “diletti carnali”, pertanto, assiduo frequentatore dei bordelli. Quanti cuori femminili abbia straziato il bel Raffaello, tuttavia, non possiamo saperlo, certo è che egli intrecciò numerose relazioni amorose con splendide donne: nobili e popolane, cortigiane e modelle, che ritraeva nelle vesti di madonne e sante, dee, ninfe ed eroine. Il suo grande amore però fu Margherita Luti, figlia di un fornaio di Trastevere, che il Vasari descriverà come “la donna che Raffaello amò fino alla morte”. Si innamorò di lei vedendola mentre faceva il bagno, nuda, nel Tevere e la volle con sé come musa, modella e amante. La testimonianza più impressionante giunta a noi della loro relazione amorosa è il ritratto de LA FORNARINA in cui, svestita ed enigmaticamente sorridente, ha il capo ricoperto da un turbante turco. Èd è sempre lei che presta il suo volto alla MADONNA DELLA SEGGIOLA, alla MADONNA DI FOLIGNO, alla MADONNA SISTINA, alla VELATA. Sebbene, per volere del Papa, si fosse fidanzato con la nipote di un cardinale, egli non la sposò mai, forse perché già sposato segretamente con Margherita: fatto che spiegherebbe perché, dopo l’improvvisa morte dell’artista, lei scelse di ritirarsi in convento.
La morte colse Raffaello all’improvviso, nel colmo della giovinezza. Una morte che il Vasari non addebita a una “banale” malattia, ma piuttosto ai suoi “eccessi amorosi”; un modo più elegante per parlare di malattia venerea. Un’altra ipotesi azzarda è che l’artista fu avvelenato per la gelosia da parte di ammiratrici o per invidia di un suo “collega” rivale. In effetti, quando nel 1722 il suo corpo fu riesumato, i segni dell’effetto dell’arsenico sul suo cadavere parvero evidenti: perfettamente conservato, come se non fossero trascorsi già due secoli; ma siamo sempre nel campo delle supposizioni.
Quel che è certo è che la reale causa della sua malattia resterà un mistero per sempre: le ipotesi, seppure affascinanti, contribuiscono a farci conoscere meglio anche la sua vita, al di là dell’arte che lo ha consacrato alla storia.

Raffaello Sanzio

Raffaello Sanzio