Leandro Ezechiele, scultore salentino
Leandro Ezechiele
Benessere
Maggio, 2020
Antonella Tamiano
Autodidatta, impara da solo a scolpire e a dipingere, non ha mai frequentato botteghe e scuole artistiche. Orfano di entrambi i genitori, Ezechiele Leandro nasce a Lequile nel 1905. Adottato da una famiglia di pastori, riceve un’istruzione elementare presso il Convento dei Francescani di Lequile, improntata sulla religione cattolica, presente in numerose opere dell’artista.
Definito artista naif, Leandro è un soggetto estroso guidato da un animo inquieto. La sua arte è spontanea, si è sempre dichiarato un “primitivo”. Durante un soggiorno in Africa impara a realizzare i colori con sostanze semplici e naturali. Si sente attratto dalle pitture delle caverne preistoriche, come la Grotta dei Cervi a Porto Badisco, e dai costumi delle popolazioni aborigene dell’Africa e delle isole dell’Oceania.
Tuttavia la sua corrente artistica è stata associata da qualche anno a questa parte alla OUTSIDER ART, l'arte degli autodidatti o ingenui. In genere, quelli etichettati come artisti esterni hanno poco o nessun contatto con il mondo dell'arte tradizionale o le istituzioni d'arte. Spesso l'arte raffigura idee non convenzionali o elaborati fantastici. Il termine “Outsider Art” fu coniato dal critico d'arte Roger Cardinal nel 1972 come sinonimo inglese di ART BRUT (francese: "arte grezza"), nome inventato dall'artista francese Jean Dubuffet per descrivere l' arte creata al di fuori dei confini della cultura ufficiale; Dubuffet si concentrava sull'arte di coloro che si trovavano fuori della scena artistica, usando pazienti ospedalieri psichiatrici e bambini. Il termine viene talvolta applicato erroneamente come un'etichetta di marketing generale per l'arte creata da persone che si trovano al di fuori del "mondo dell'arte" tradizionale o del "sistema di gallerie d'arte", indipendentemente dalle circostanze o dal contenuto delle loro opere.
Leandro per le sue opere utilizza oggetti “di scarto”: legno, ferro, o plastica raccolti per strada, rinvenuti nelle discariche e nelle campagne abbandonate. La maggior parte delle creazioni più importanti risale alla seconda metà del ‘900.
L’Opera principale di Leandro è la sua casa di San Cesario, meglio conosciuta come “il Santuario della pazienza”, costruita tra il 1962 e il 1975. Nell’abitazione vi sono numerose opere, pitture arcaiche e sculture nate dall’assemblaggio di materiali vari. Nel giardino esterno, ancora oggi si possono ammirare statue di carattere religioso come “il Calvario” e “la Madonna della Speranza”. Questa costruzione è stata di recente sottoposta a vincolo di tutela da parte della Sovrintendenza ai Beni Culturali.
Le sue sculture sono inquietanti, quasi angoscianti e nei suoi originali dipinti domina sempre la lotta tra il bene e il male. Trasmette la sua personale visione di un mondo che non riesce a comprenderlo, deridendolo e rifiutandolo. Quindi nella sua arte trova comprensione e riparo dalle cattiverie dell’umanità.
I quadri sono popolati da figure fantastiche, animali, indigeni e alberi deformi che si guardano, si scontrano, figure geometriche che per l’artista rappresentano l’universo, esprimono un sentimento di dolore ma anche di rivalsa.
Leandro dipinge i mali dell’umanità, la violenza, l’odio, l’inganno, la crudeltà e l’invidia, volendo sottolineare che la bellezza degli esseri viventi spesso è soltanto un aspetto esteriore, mentre dietro di essa si nasconde ben altra natura che egli intende di svelare attraverso la sua pittura.
Come nei bestiari medievali, con lampante riferimento al mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto, Leandro rappresenta la sua visione apocalittica del mondo. Di alcune collezioni locali fanno parte varie ed espressive Crocefissioni in ferro, oltre a opere in legno e in cemento e a pitture di forte impatto emotivo.
Negli anni ’60 molti critici iniziano a guardare con interesse l’opera di Leandro che riceve importanti riconoscimenti. Leandro si rivela anche un profondo e originale scrittore. Nelle sue poche opere letterarie dal titolo “La creazione degli angeli e il peccato di Adamo ed Eva” del 1977, “Pensieri e cunti” del 1978 e “Sentite questo” del 1980, scritte in forma dialettale e in un italiano sgrammaticato, l’artista esprime liberamente il suo pensiero riguardo alla religione e ai costumi del mondo contemporaneo.
Muore il 17 febbraio del 1981 a San Cesario di Lecce, a pochi giorni dalla sua mostra personale che, improvvisamente rinviata, è stata allestita molti anni dopo nei locali del seicentesco Palazzo Ducale cittadino.